“Devi puntare il compasso da qualche parte, per capire quanto ampio puoi disegnare il cerchio, e Almarina sta lì, giusto al centro”.
Questo libro parla di Elisabetta Maiorano, insegnante al carcere di Nisida (Napoli) che ogni mattina si lascia chiudere alle spalle la sbarra meccanica che separa la tumultuosa città dal micro sistema del carcere.
Li dentro ci sono molti ragazzi e ragazze, tutti hanno delle storie, alcuni storie gia predestinate, altri storie da poter ancora definire e altri, ancora, storie che non potranno trasformarsi in nulla di roseo e florido.
In questo scenario di poca speranza irrompe Almarina, ragazza scappata dal suo paese, dagli abusi e soprusi con il fratello più piccolo di cui ormai non si ha più traccia.
Tra questa giovane ragazza e la professoressa si crea un rapporto di forza, fiducia, speranza e voglia di reinventarsi. Le due si aiutano a vicenda, tanto che Elisabetta Maiorano riesce ad assicurarsi una vita più dignitosa per Almarina.
La scrittura di Valeria Parrella è molto snella, essenziale e pulita; bellissimi i flussi di coscienza che scandiscono bene i tempi all’interno del romanzo.
Una lettura piacevolissima che dovete concedervi al pari di un buon gelato fresco vista mare.
Come sempre, fammi sapere cosa ne pensi. 💙