La Mammana di Antonella Ossorio

Oggi è la festa della donna, la storia che ci porta a questa ricorrenza ce la insegnano sin dalle elementari. Passano gli anni ma poco cambia nel mondo vero, perché in quello teorico siamo tutti molto più progressisti.

Questo giorno è molto divisivo, tra chi crede che festeggiarlo sottolinei LA DIFFERENZA tra donna e uomo e chi crede sia necessario puntare i riflettori su di noi per RISOLVERCI i problemi.

Io mi lascio il tempo di decidere a quale tesi aderire e nel frattempo vi voglio parlare di un romanzo che credo dia un’ottima narrazione di una DONNA.

Ci troviamo nella Napoli del 1843, in una notte di marzo sta nascendo una bambina; il parto sarebbe finito in tragedia se ad assisterlo non fosse stata Lucina, la mammana del paese. La bimba che nasce è una “capa janca” (affetta da albinismo) e perciò maledetta. Sarà proprio la mammana a sottrarla alla sua triste sorte e darle un nome: Stella.

Quella bambina rappresentava un pregiudizio, lo stesso che teme di subire Lucina, perché dietro la sua conturbante bellezza si nasconde un segreto.

Donna è chi si sente donna, non chi ci nasce, e il pregiudizio è il sentimento più difficile da debellare.

Le due si trasferiranno dalla periferia a Napoli, grazie all’aiuto di Bartolomeo, sperando di trovare una libertà più mentale che fisica.

Bartolomeo è un corteggiatore ostinato e nonostante le sue sincere premure viene tenuto a debita distanza da Lucina: la paura di rivelare il suo sesso di nascita le preclude, infatti, un amore sincero.

“Due solitudini speciali che sapranno conquistare il proprio posto nel mondo, sfidando ogni destino già scritto. Perché quello che siamo è ciò che scegliamo di essere ogni giorno.”

In questo romanzo ho trovato il coraggio di vivere ciò che si vuole essere, affrontare la maternità non dimenticandosi di essere una donna e di coltivare la propria femminilità. Perché molto spesso l’una esclude l’altra.